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I racconti nell’orto: rospo smeraldino nello stagno di Nativa

Rospo smeraldino e inseguimenti nello stagno di Nativa

Siamo molto felici che nello stagno di Nativa sia giunto un rospo smeraldino, un piccolo anfibio la cui sopravvivenza è minacciata dall’intervento dell’uomo sull’ecosistema. Su quanto ne sia sinceramente felice anche Lymnea, abbiamo qualche dubbio. 

Infatti, il giorno successivo all’arrivo di Bufote la nostra lumachina si è mostrata sul pelo dell’acqua e si è fatta addirittura fotografare. Che sia gelosa di tutta l’attenzione che abbiamo dedicato al rospo?

Buona lettura!

Il team di Nativa


Amabili lettori,

recentemente si sono consumati alcuni eventi molto concitati, che hanno avuto come esito l’ingresso nella comunità di Nativa di un nuovo amico, il caro Bufote.

Ma andiamo con ordine:
diversi giorni fa il suddetto stava pascolando sulla riva di un fosso a caccia di zanzare, quando notò una grossa biscia d’acqua, apparentemente addormentata nel folto dell’erba. 

Bufote, in un momento di sconsiderata spavalderia, anziché allontanarsi con passo felpato come sarebbe stato opportuno, pensò invece di avvicinarsi e accertarsi se la biscia fosse solo addormentata, o magari deceduta, prendendola a calci. 

Il proverbio dice che la curiosità uccise il gatto:
in questo caso per poco non uccise Bufote perchè la biscia, così brutalmente risvegliata dal suo legittimo pisolino e accortasi che chi la stava stuzzicando era un rospo smeraldino, ossia un perfetto spuntino di metà mattina, si avventò su Bufote, pronta ad ingurgitarselo.

E qui, amabili lettori, iniziò la corsa per la sopravvivenza:
il rospo terrorizzato zampettava per salvarsi la vita, la biscia lo inseguiva a tutta velocità pregustando una saporita merenda, e via per i campi, per la strada, nei giardini, fino al portico di Nativa. Il rospo, ormai esausto, era certo che avrebbe infine pagato a caro prezzo la sua precedente avventatezza.

Ma non aveva ancora esaurito le sue risorse:
in un ultimo tentativo disperato, con un salto pirotecnico unito ad una scivolata magistralmente eseguita, eccolo puntare ad una crepa nel muro del negozio, salvo svicolare all’ultimo momento per rintanarsi in un angolino, tra i mattoni del lavabo.

La biscia, furente e famelica, si gettò dentro la crepa, certa di trovarvi il succulento spuntino;
ma diede solo una sonora testata e rimase lì, intontita dal colpo e dalle urla terrorizzate delle umane di Nativa che, a quanto pare, condividono la mia avversione per i serpenti.

Bufote, sfinito e stordito, non oppose resistenza quando, con un delicato colpo di scopa, fu caricato sulla paletta dell’immondizia. E così, in pompa magna sebbene traumatizzato, arrivò allo stagno e, dopo un ragionevole riposo, mi raccontò la sua storia.

Ora si è completamente ristabilito; si dedica principalmente a curiosare in giro, ha proprio l’animo temerario dell’esploratore. Sebbene sia una piacevole compagnia e abbia promesso che alla fine del prossimo inverno ci delizierà con un concerto completo (dice di essere un ottimo cantante), temo che la sua audacia possa portare altri guai, se non verrà adeguatamente frenata.

Lui giura che sarà più cauto: speriamo che davvero questa movimentata vicenda gli sia servita da lezione.

Gentilmente vostra

Lymnea