Lymnea ritorna con la bella stagione
Amabili lettori,
sono immensamente lieta di tornare a questi nostri appuntamenti: finalmente è giunta la tanto sospirata bella stagione e anche io, come molti degli abitanti dell’orto di Nativa, mi sono rianimata dal mio torpore invernale.
Ho approfittato delle scorse giornate di sole per passeggiare un poco sul pelo dell’acqua e ammirare il panorama primaverile. Ho subito notato che c’era qualcosa di nuovo nel mio angolino di orto: una lunga aiuola che spunta dal terreno dietro la spirale delle aromatiche, tutta divisa in quadrati da dei fili.
Mi sono interrogata molto su questa costruzione poiché non avevo mai visto nulla di simile, ma finalmente ne ho conosciuto lo scopo grazie all’affaccendarsi degli umani di Nativa e alle loro chiacchiere: la chiamano “orto a lasagna”, l’hanno costruita stratificando diversi materiali (rami, carta, terriccio e altri) e poi hanno diviso la superficie in tante aree quadrate. Ora si stanno adoperando per trasformarla in un giardino botanico, seminando o trapiantando fiori diversi in ciascuna area.
Ora come ora non si riesce ancora a vedere il risultato, in quanto molti riquadri sono ancora vuoti e negli altri le piante devono crescere, ma sono convinta che le api e gli altri insetti l’apprezzeranno molto; io certamente non vedo l’ora di ammirare la fioritura di questo nuovo giardino proprio accanto alla mia dimora.
Ah, se poteste ammirarla già ora, la mia dimora, lo stagno! I germogli delle tife sorgono sottili e acuminati dall’acqua, le grandi foglie lucide delle ninfee spuntano e si srotolano al sole, i petali bianchi dei fiori di susino mirabolano cadono e si posano leggeri sul pelo dell’acqua. Che meraviglia!
Anche gli umani di Nativa sono sensibili alla bellezza del mio stagno (e anche alla mia): sostano spesso nei paraggi, mi omaggiano quando mi vedono emergere, addirittura la prima volta in cui mi hanno notata dopo l’inverno si sono abbandonati a scene francamente un po’ eccessive, gridando e chiamandosi l’un l’altro con quelle scatoline nere che tengono sempre in mano, addirittura prelevandomi dall’acqua per accertarsi che fossi proprio io (non ricominceremo con l’invasione della mia privacy, vero?).
Probabilmente la mia presenza li conforta, le frequenti piogge di questo periodo rendono complicato procedere con semine e trapianti, inoltre pare ci sia stato qualche topolino un po’ troppo ghiotto che ha divorato gran parte delle fave e dei piselli seminati…
Ma dell’orto vero e proprio vi narrerò meglio nel mio prossimo reportage; mi accorgo solo ora di essermi dilungata più del previsto, amabili lettori. Ma voi mi perdonerete, è così tanto tempo che non vi scrivo! Spero di esservi mancata almeno quanto voi siete mancati a me.
Gentilmente vostra
Lymnea
Resta aggiornato sul racconto precedente https://www.ecolecoop.it/2024/11/25/i-racconti-nellorto-arriva-il-letargo/
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